Just some remainders, e qualche idiom

Tuesday, August 22, 2006

Lisbonites

Trieste ricompare identica a come si era lasciata. La Costiera sfila via rapida e la citta' ti accoglie con l'assaggio di Barcola e il suo mucchio di triestini allo spiedo, che si rosolano sull'asfalto: affinche' l'abbronzatura raggiunga uno standard accettabile, ogni area del corpo deve ricevere un'equa quantita' di fotoni. Nisha e' di Hyderabad, citta'del sud dell'India, nel Pradesh. Trova indecente che le ragazze triestine prendano il sole in biancheria intima, lunghe distese giusto a lato della strada. Ho deciso di inserire Lisbona nella mia lista di "Citta' Bianche". Anche Trieste lo e': lo penso quando osservo il quartiere del Borgo Teresianodal forte di San Giusto. Pietra bianca d'Istria. Piazza Unita' e'altrettanto bianca, ma a dispetto della sua estensione non da' respiro. I tre lati la chiudono come il piano di un flipper. Sul quarto lato il mare e' sempre liscio, e sgombro da navi. Da li', la fuga e' impossibile.
Dal castello di Sao Jorge, Alfama e la Baixa appaiono bianche. Gli edifici crescono l'uno sull'altro, nel caos. In viaggio preferisco leggere la guida quando sono in albergo, al mattino. Processo le informazioni con piu' efficacia. Di questo paese invidio la diversita'. Scruto gli occhi dei Lisbonites per trovare i residui del fenotipo arabo. E' piu' facile imbattersi in casi di cross-breeding tra europei e immigrati dall'Angola e Guinea Bissau: questa cosa mi colpisce molto. Negli Stati Uniti l'omogeneita' razziale e' stata preservata con cura. Lo storico David Landes sostiene che questa differenza abbia portato la cultura anglosassone nord-americana a divergere dalla sud-americana. Impressiona la diluizione del colore, genera pigmenti inaspettati. Eurides era giunta in Portogallo con l'ultima ondata di immigrazione dall'Africa, negli anni settanta. Immagino un'Italia impossibile, un paese che si estende lungo le proprie colonie.
Il Bairro Alto e' uno specchio per le allodole. Lungo gli alleys ripidi si aprono ristoranti strapieni di turisti che si sbattono per un piatto di pessimo Bacalhau. Le Fado Houses sono solo forni folclorici. Vanessa mi ha portato in un luogo diverso del Bairro. A Tasca do Chico, un'osteria piccola, stipata di gente, rovente nella calda notte lisbonese. Li' c'e'il Fado. I musicisti non li distingui dagli altri avventori fino a quando non si mettono a suonare. Ma ritratti di facce note del fado popolano le paretidi quel locale. Cosi' ho chiesto se potevo cantare. L'uomo dietro la chitarra portoghese mi guardava e sorrideva, c'era un silenzio rispettoso. "Alfredu De Biasiu de Italia". La cosa che amo di piu' e' il modo in cui il fadista sposta lo sguardo sulla gente, quando canta. Guarda il pubblico con fiera aria di sfida, non ne cerca la benevolenza, o la solidarieta', o il conforto.Dopo i saluti, avrei voluto dire a tutta quella gente che noi dobbiamo batterci per costruire un'Unione forte, che si erga decisa sopra i nazionalismi, che si riconosca nel valore europeo di liberta'. Ma i miei compagni di viaggio mi suggerivano che non era una buona idea. Era gia' ora di rientrare. Sam, con in testa il suo cappello coloniale inglese, fotografava il Tejo, un angolo verde bottiglia.

Trieste ricompare identica a come si era lasciata. La Costiera sfila via rapida e la citta' ti accoglie con l'assaggio di Barcola e il suo mucchio di triestini allo spiedo, che si rosolano sull'asfalto: affinche' l'abbronzatura raggiunga uno standard accettabile, ogni area del corpo deve ricevere un'equa quantita' di fotoni. Nisha e' di Hyderabad, citta'del sud dell'India, nel Pradesh. Trova indecente che le ragazze triestine prendano il sole in biancheria intima, lunghe distese giusto a lato della strada. Ho deciso di inserire Lisbona nella mia lista di "Citta' Bianche". Anche Trieste lo e': lo penso quando osservo il quartiere del Borgo Teresianodal forte di San Giusto. Pietra bianca d'Istria. Piazza Unita' e'altrettanto bianca, ma a dispetto della sua estensione non da' respiro. I tre lati la chiudono come il piano di un flipper. Sul quarto lato il mare e' sempre liscio, e sgombro da navi. Da li', la fuga e' impossibile.
Dal castello di Sao Jorge, Alfama e la Baixa appaiono bianche. Gli edifici crescono l'uno sull'altro, nel caos. In viaggio preferisco leggere la guida quando sono in albergo, al mattino. Processo le informazioni con piu' efficacia. Di questo paese invidio la diversita'. Scruto gli occhi dei Lisbonites per trovare i residui del fenotipo arabo. E' piu' facile imbattersi in casi di cross-breeding tra europei e immigrati dall'Angola e Guinea Bissau: questa cosa mi colpisce molto. Negli Stati Uniti l'omogeneita' razziale e' stata preservata con cura. Lo storico David Landes sostiene che questa differenza abbia portato la cultura anglosassone nord-americana a divergere dalla sud-americana. Impressiona la diluizione del colore, genera pigmenti inaspettati. Eurides era giunta in Portogallo con l'ultima ondata di immigrazione dall'Africa, negli anni settanta. Immagino un'Italia impossibile, un paese che si estende lungo le proprie colonie.
Il Bairro Alto e' uno specchio per le allodole. Lungo gli alleys ripidi si aprono ristoranti strapieni di turisti che si sbattono per un piatto di pessimo Bacalhau. Le Fado Houses sono solo forni folclorici. Vanessa mi ha portato in un luogo diverso del Bairro. A Tasca do Chico, un'osteria piccola, stipata di gente, rovente nella calda notte lisbonese. Li' c'e'il Fado. I musicisti non li distingui dagli altri avventori fino a quando non si mettono a suonare. Ma ritratti di facce note del fado popolano le paretidi quel locale. Cosi' ho chiesto se potevo cantare. L'uomo dietro la chitarra portoghese mi guardava e sorrideva, c'era un silenzio rispettoso. "Alfredu De Biasiu de Italia". La cosa che amo di piu' e' il modo in cui il fadista sposta lo sguardo sulla gente, quando canta. Guarda il pubblico con fiera aria di sfida, non ne cerca la benevolenza, o la solidarieta', o il conforto.Dopo i saluti, avrei voluto dire a tutta quella gente che noi dobbiamo batterci per costruire un'Unione forte, che si erga decisa sopra i nazionalismi, che si riconosca nel valore europeo di liberta'. Ma i miei compagni di viaggio mi suggerivano che non era una buona idea. Era gia' ora di rientrare. Sam, con in testa il suo cappello coloniale inglese, fotografava il Tejo, un angolo verde bottiglia.